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EPIGRAFIA PUBBLICA
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CURSUS HONORUM

Gli edili (facoltativi, 6 all'anno) avevano la responsabilità sui mercati, sulle infrastrutture civili e anche sull'organizzazione di numerosi giochi e feste. I pretori (c.a 12 all'anno) erano i magistrati incaricati dei tribunali, con il ruolo principale di giudici per l'amministrazione della legge. I consoli (2, ma erano elette parecchie coppie durante l'anno) continuavano ad essere i principali ministri a Roma e l'anno era datato dai nomi dei primi due consoli in carica (es. iscrizione 28). Il Senato (c.a 600 membri) era il principale organo deliberante, sceglieva i magistrati e approvava le leggi sotto gli imperatori. Il Senato e i magistrati avevano un maggiore o minore grado di indipendenza a seconda dell'imperatore, il quale spesso poteva dare ai singoli individui un trattamento preferenziale, eludendo il cursus honorum. Fuori Roma, le province erano divise tra quelle direttamente sotto il controllo dell'imperatore, governate dai propretori e quelle sotto il controllo del Senato, governate da proconsoli (ad es. iscrizione 9). In realtà l'imperatore aveva il potere di intervenire ovunque. Gli affari finanziari nelle province erano gestiti dai questori e dai procuratori imperiali (ad es. iscrizione 14). L'imperatore nominava i curatori della res publica (ad es. iscrizione 14) per affrontare questioni finanziarie specifiche nelle province. Nelle singole città (coloniae e municipia), l'autorità principale era il Senato locale, formato dai decurioni (ad es. iscrizioni 14 e 15b), un gruppo di uomini che erano in carica a vita. Erano affiancati da un gruppo di magistrati eletti ogni anno: i questori (funzionari finanziari), gli edili (infrastrutture civiche) e i duumviri (ad es. iscrizione 11a).