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EPIGRAFIA PUBBLICA
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GENIUS LOCI

IL GENIO DELLA CITTÀ DI CATANIA  Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari, collegò l'epigrafe rinvenuta nell'area del Teatro romano di Catania nel 1770 con un torso marmoreo scoperto a pochi metri da essa. Il Principe ipotizzò si trattasse della raffigurazione del Genius e, nell'esposizione da lui stesso curata nel suo Museo, associò questo torso di Ermes (Percorso romano n.4) con la testa di Apollo (inv. 23) e con un supporto marmoreo, in una fantasiosa quanto errata ricostruzione. Recentemente alcuni studiosi, pur in accordo con Libertini (1937) secondo il quale il torso non è dello stesso periodo dell'iscrizione, hanno rilanciato la suggestione di Biscari identificando il torso ritrovato con il Genio della città. L'antico torso potrebbe essere stato riutilizzato ed adattato in epoca più tarda assumendo le sembianze del Genio sorretto da una base su cui era posta l'epigrafe.
Rielaborazione del torso rinvenuto da Biscari.
Studio della testa rinvenuta da Bi­sca­ri.
Ricostruzione ipotetica del busto del Genius di Catania.
Testa di Apollo di tipo "Musagete" (guida delle Muse). Inv. 23. Marmo. II sec. d.C. Dalla collezione Biscari. Testa di giovane cinta da una corona di foglie di ulivo: esempi dello stesso tipo in Vaticano, Stoccolma e Londra. La testa fu trovata dal principe di Biscari durante gli scavi nel teatro romano del 1771, nell'area dove furono rinvenute la dedica al Genius di Catania (iscrizione 12) e un torso marmoreo frammentario (Percorso romano n.4). Biscari associò la testa e il torso creando una statua del Genio, ma i due pezzi provengono da state differenti (una di Apollo e l'altra forse di Hermes): è probabile che entrambe decorassero il teatro.