Venere (la greca Afrodite) era la dea dell'amore. Nel mito delle origini di Roma, Venere era la madre di Enea, progenitore della gens Julia, che comprendeva Giulio Cesare e Augusto. Frequentemente le divinità antiche avevano molteplici aspetti, descritti dagli epiteti, ad esempio Venere era spesso nota come Venus Genetrix (dea della maternità). Venere in qualità di dea della vittoria - Venus Victrix - è una divinità tipicamente romana, sebbene già nel mito greco Afrodite fosse nota per aver conquistato il dio della guerra Ares. Venus Victrix appare per la prima volta come divinità protettrice dei generali alla fine della repubblica romana: Pompeo Magno nel 55 a.C. le dedicò un tempio a Roma; Giulio Cesare fece di "Venus Victrix" la parola d'ordine per i suoi soldati nella battaglia di Farsalo nel 48 a.C. e la dea era rappresentata nel suo sigillo personale.
Ricostruzione ipotetica della Venus Victrix relativa all'iscrizione n. 16.
Disegno dalla Afrodite di Perge, Museo di Antalya, Turchia.
Statua di Venere.
Inv. 41. Marmo. II-III sec. d.C. Dalla collezione Biscari. La figura è rappresentata nell'atteggiamento della Venere pudica, che richiama la famosa statua di Prassitele. Il panneggio che le cinge i fianchi richiama il tipo della Venere Landolina di Siracusa.
Statua di Venere da due frammenti.
Inv. 1094. Marmo. II-III sec. d.C. Dalla collezione Biscari. Si tratta di una statua di grandi dimensioni di Venus pudica, integrata da una testa (inv. 57) di diversa fattura. Presenta alla base un delfino utile alla stabilità della statua, che trova un confronto con il tipo della Venere medicea.