Criteri di codifica

L’edizione digitale del corpus delle 574 iscrizioni è stata codificata seguendo le linee guida dello standard EpiDoc TEI XML v. 9.3, con l’aggiunta di tre tag individuati direttamente dalla TEI. 

Ogni scheda epigrafica, codificata come singolo file XML scaricabile dalla scheda stessa, si presenta come semplice e intuitiva ed è costituita da immagini del documento epigrafico ad alta risoluzione, da accurate informazioni riguardanti sia l’oggetto che il testo inscritto, ma anche da brevi commenti riepilogativi concernenti aspetti considerevoli delle epigrafi o inerenti le fasi di ritrovamento. Ogni informazione è concepita come un attributo epigrafico che può essere scelto e selezionato come criterio di ricerca da un elenco nell’apposita interfaccia di ricerca. 

I dati delle schede epigrafiche sono facilmente navigabili perché raggruppati in sezioni riguardanti le immagini, i sottogruppi “Iscrizione”, “Oggetto”, “Collocazione”, “Apparato”, il Testo delliscrizione” e i “Contributori”.  

Le fotografie ad alta risoluzione vengono visualizzate attraverso il viewer OpenSeadragon in formato piramidale DZI (Deep Zoom Image), che divide la foto originale in tiles, parti della stessa immagine caricate in funzione dellattuale viewport. Ciò comporta incremento nelle prestazioni e qualità delle immagini.  

Si è deciso di non codificare né inserire alcun riferimento a eventuali parole o segni presenti sull’epigrafe e chiaramente riferibili a un’età non antica. Si tratta di numeri di inventario o segni di scopo simile, apposti sulla faccia o sul retro dell’iscrizione, che non sono stati ritenuti rilevanti per l’edizione digitale. 

A differenza e in aggiunta a quanto suggerito dallo standard EpiDoc, si è deciso di immettere tra le informazioni epigrafiche anche l’ambito religioso, qualora esso fosse noto, la collezione di provenienza e lo status di copia. Ognuno di questi dati è stato codificato allinterno dei file per mezzo di elementi di marcatura scelti ad hoc. 

Per l’ambito religioso si è scelto di utilizzare lelemento di marcatura TEI <domain>, con attributo @type=”rel”, collocandolo immediatamente allinterno dellelemento <textDesc>

<textDesc>  <domain type="rel">cristiana</domain> 
</textDesc>

Per quanto riguarda la collezione di provenienza è stato usato lelemento <provenance type=”transferredsubtype=given> allinterno dellelemento <history> 

<provenance subtype="given" type="transferred">Collezione dei Benedettini 
</provenance>

Per la codifica dello status di copia, è stato proposto lelemento di marcatura TEI <derivation>, presente allinterno di <textDesc>, che consente di specificare la natura ed il grado di originalità del testo, con attributo @type=copy”. 

Il tipo epigrafico, il tipo di oggetto, la tecnica di esecuzione e il materiale sono stati individuati attraverso luso dei vocabolari controllati di EAGLE (The Europeana network of Ancient Greek and Latin Epigraphy).  

Al fine di rendere fruibili le informazioni principali sia in lingua italiana che inglese all’interno del file XML, si è scelto di impiegare l’elemento <seg>. 

<material ref=http://www.eagle-network.eu/voc/material/lod/48.html" n="marble">  <seg xml:lang="en">marble</seg> 
<seg xml:lang=“it">marmo</seg> </material> 

Per quanto riguarda le informazioni sui luoghi di ritrovamento e/o di provenienza delle iscrizioni, si è scelto di aggiungere la denominazione antica e moderna della città aggiungendo il riferimento all’identificativo unico nei repertori Pleiades, per i nominativi antichi, e GeoNames, per quelli moderni.  

<placeName ref="http://pleiades.stoa.org/places/462270" type=ancient">Catina </placeName> 

<placeName ref="http://www.geonames.org/2525068/catania.html" type=“modern">Catania 
</placeName>

Il testo delle epigrafi è stato codificato secondo lo standard EpiDoc e trascritto applicando le linee guida stabilite dalla Convenzione di Leida, sistema standard di segni diacritici utilizzato per l’edizione dei testi antichi. La corrispondenza tra i segni diacritici e lo standard EpiDoc è consultabile nella pagina “Segni diacritici”. Insieme alla codifica in EpiDoc, si è scelto di inserire la trascrizione in forma interpretativa. 

Il ricco corredo fotografico, infatti, permette di visualizzare agilmente ogni dettaglio del documento e dunque anche il testo, così da non rendere necessaria la trascrizione diplomatica. 

Tutti i glifi presenti all’interno del testo e aventi un valore simbolico e non soltanto decorativo sono stati marcati con l’elemento <g ref=“#nomeGlifo”> e forniti di un identificativo unico che rimanda a una lista esterna dei simboli in cui sono indicate tutte le occorrenze cliccabili. 

<g ref=“#pedes”/>  

Anche gli elementi onomastici sono organizzati in una lista esterna di nomi con tutte le occorrenze cliccabili. I nomi di persona sono stati individuati con l’elemento <persName> e forniti di un identificativo unico formato dal nomen e dal cognomen; nel caso in cui il nomen fosse ignoto si è deciso di utilizzare il cognomen o il praenomen, specificando, talvolta, il ruolo sociale o la funzione del personaggio. 

<persName ref="#FlaviusIonius"> 

Una lista esterna è stata creata anche per la bibliografia essenziale riguardante le iscrizioni.


Come si cita questa pagina:

S. Cristofaro, F. Prado, D. Spampinato, Criteri di codifica del sito EpiCUM, <http://epicum.istc.cnr.it/criteri-di-codifica/>, consultato il AAAA/MM/GG], in EpiCUM (http://epicum.istc.cnr.it/), a cura di ISTC CNR, 2018-2020.

Ultima modifica: 21/01/2022